SCIABILE?

Gatti delel nevi

CRONACA DI GARE 1 E 2 MASTERMIND

Un'aggettivazione d'altri tempi riferita alla neve, al giorno d'oggi ormai priva di senso; con tutto l'apparato tecnologico di cui si avvalgono le stazioni di sport invernali, la neve è sempre sciabile. Tanto per cominciare è programmata, cioè è un prodotto industriale (dicono che costi 30 euro al mc.), che si può ottenere alla bisogna, a meno che le bizzarrie del tempo attuale non ci beffino con la famigerata inversione termica, fenomeno atmosferico che sovverte le radicate conoscenze di chiunque, in virtù di un gradiente termico di meno un grado per ogni 100 metri di quota, più si sale più fa freddo, e invece no, come già il termine ci preannuncia, più si sale e più fa caldo. E' ciò che si è verificato sugli altopiani d'Abruzzo tra i primi di dicembre e la prima decade di gennaio, per cui, fuori programma, sono spuntate le margherite dai 1500 in su.

Per proseguire ci sono dei batti-pista spaziali che tritano, massaggiano, comprimono, compattano, levigano un manto nevoso che già di per sé, in quanto appunto programmato, ha una consistenza assolutamente diversa da quello naturale. Tuttavia, se fosse stato chiesto a chi si fosse trovato alla vigilia di gare 1 e 2, il 15 gennaio 2016, a Roccaraso, un estemporaneo bollettino della neve, l'inquisito non avrebbe potuto fare a meno di rispondere, rispolverando quel termine desueto legato alla misura 40 centimetri, in questo modo: D. " c'è' neve? E come è?" R. "40 cm non sciabili". Tutto vero, roba da preistoria dello sci, da lasciare incredulo perfino re Vahsa. Insciabile, per gare ed allenamenti, in grossa difficoltà, in pista libera, perfino gli istruttori del corso maestri presenti in zona. Ma allora niente gare? E no ! Qui a sparigliare tutto entrava in gioco il combinato disposto tra quell'autentica macchina da guerra che è il provvidenziale Ciro Sertorelli e il fattore C. In nottata fra15 e 16 girava il vento, ma per fortuna faceva solo qualche fiocco di neve, sotto coi battipista a stravolgere quell'indefinibile pastrocchio ed ecco un fondo da gara qualificabile perfetto, senza tema di essere smentiti. Ore 9,00 si dava fuoco alle polveri, il quattro volte ventenne Avv. Antonio Scotti Galletta spalancava per primo il cancelletto e dava l' avvio alla gara Master che tutti coltivano nel proprio immaginario: una gara multigenerazionale, con padri e figli a misurarsi alla pari -salvo il beneficio della maggiore età nell'ordine di partenza- e grazie all'invenzione MASTERMIND, ACCETTATA QUALE REGOLA FEDERALE, di aprire ai Master di domani, ai giovani e senior appunto, ai successori in cui tutti vogliamo infuturarci.

GARA 1 e 2 Master D, Giorgia Della Morte prima e ancora prima in entrambe facendo il vuoto intorno a sé e spiccando, in gara 2, un perentorio 51,87 che teneva a rispettosa distanza Roberta Carolli, seconda, e Paola Capuano,terza, con il che si operava, quanto alla seconda e terza piazza, lo scambio fra le due vallette rispetto a gara 1.

Master C In questo caso la clonazione riusciva per la prima e per la terza posizione, Valerio Romano, infatti, faceva sue entrambe le gare, mentre alle sue spalle si lasciava, in gara 1 Gianfredo Puca ed in gara 2 Lucio Lamberti; Giuseppe Fiordiliso sempre terzo.

MasterB Stavolta classifiche fotocopie: Emanuele Reale primo tutte e due le volte e così pure Gian Luca Di Cicco secondo entrambe le volte e Cristiano Orlandi da Livata sempre terzo. In questo raggruppamento si registrava una lotta serrata fra i primi tre a suon di decimi di differenza; a dire il vero, in gara 1 c' e' stata quasi una ovazione venata da incredulita' per Di Cicco che stampava un 46,20 da alieno, che lasciava sportivamente incredulo lo stesso Di Cicco ed infatti, causa una temporanea avaria di sistema, il tempone spaziale veniva tosto rettificato in un più umano 53,20. Una nota di orgoglio per MasterMind, la presenza in questo raggruppamento, del simpatico e validissimo Cristiano Orlandi, che, attirato a Roccaraso dal richiamo del nostro circuito, lasciava la sua Livata, dove si addensano i suoi concorrenti interessi professionali e gli affetti familiari. Tuttavia l'azzeccata formula MasterMind di bruciare i tempi, gli consentiva di tornare in sede in tempo utile.

Master A Qua ci corre l'obbligo di una standing ovation, in secondo luogo perché in gara due faceva la sua ricomparsa e per giunta sul podio, al secondo posto appunto, Alfredo Colangelo, dopo l'improvvido ritiro della licenza -non di gareggiare,ma di guida- ed in primo luogo perché Emanuele Cancellieri staccava un 49 e 68, meglio pure dei Giovani e Senior, che ci ha riportato indietro di qualche anno, ai verdi anni di Emanuele, di quando picchiava tosto. L'egregia impresa di Cancellieri non deve però oscurare i doveri di cronaca: in gara 1 al secondo posto si installava Lorenzo Amoroso e sul terzo gradino del podio saltava Piero Colanera; in gara 2, al terzo posto andava Lorenzo Amoroso e secondo, come detto, risultava Alfredo Colangelo.

Nel Challange Italo Khune a squadre, lo Sci Club Napoli faceva subito capire le sue intenzioni di riagguantare il prestigioso trofeo che fece già suo nel 2013 e forte di due primi posti (Michaela Falco e Antonio Scotti Galletta) e di due secondi posti (Nino Rajola), con 560 punti all'atttivo, si installava autorevolmente al primo posto, tallonato da S.A.I. Napoli 2 (Andrea Ballabio, Giuseppe Fiordiliso, Gianfredo Puca, Lucio Lamberti) e S.C. 18 (Clemente ed Emanuele Reale nonche' padre e figlio Romano Valerio e Manuel) ex aequo a quota 480; entrambe queste ultime formazioni lamentavano l'uscita in gara 1, in una porta tranello a pochi metri dal traguardo, delle rispettive punte di diamante, Andrea Ballabio e Manuel Romano, laddove il rullo compressore costituito dal trio Falco, Scotti Galletta, Rajola marcava punti a tutto spiano. Si operavano le sostituzioni tra gara 1 e gara 2, rispettivamente di A. Ballabio (frattura al metacarpo) rilevato da Lucio Lamberti e di M. Romano (stiramento muscolare) rilevato da Clemente Reale ed entrambe le "riserve" si cuccavano ben 80 preziosi punti che consentivano ai Saini 2 e ai Diciottini di non lasciar prendere troppo il largo a quelli dello S.C. Napoli. Ultima notazione: c'è più di un'ombra di dubbio, quasi una certezza, sulla posizione dell'Aliski, che viene accreditato di un punteggio che non rispecchia i risultati dei suoi rappresentanti sul campo, probabilmente la scheda di iscrizione del club capitolino è stata fraintesa; certamente sarà posto riparo da chi di competenza; mentre ai simpatici alfieri dell'Aliski vanno tributate certamente le scuse, anzi scusissime, perché se ciò che si adombra risponde a verità, S.AI. Napoli 2 e S.C. 18 slitterebbero al terzo posto ex aequo, mentre Aliski balzerebbe, con punti 520, al secondo posto a ridosso dello S.C. Napoli, comunque primo.