NON CI RESTA CHE PIANGERE

non ci resta che piangere
È andata, con un velo di tristezza abbiamo assistito al calare del sipario su questa nona stagione MasterMind, la stagione che si potrebbe definire dei paradossi. 
Paradosso numero uno, l’assoluta carenza di neve ha dato i natali all’edizione più fortunata del circuito MasterMind da quando, nel 2012, emise i primi vagiti: non un rinvio, non un annullamento, piste dal fondo ineccepibile;  paradosso numero due, una bella festa di premiazione, nell’inedito scenario all’arrivo del campo di gara, condotta peraltro con ammirevole speditezza, come la copiosa messe di coppe imponeva, è stata turbata proprio dallo svarione commesso dal fornitore dei premi che evidentemente si è perso nel labirinto delle sottocategorie, sicche’ si è dovuto attingere dal tesoretto di coppe che MM ha in serbo, per dare a ciascuno se non proprio il suo, almeno un simulacro del suo; paradosso numero tre, si sono visti C11 e C12 balzare a podio con la predatoria agilità di felini, ovviamente si trattava dei B, rimasti senza coppe, e non degli ultra ottantenni C11 e C12 che in gara non c’erano proprio stati. Purtroppo, anche a gare finite, siamo perennemente in gara con animi guerrieri, ergo, le scuse,  profuse nel corso di una premiazione divenuta improvvisamente imbarazzante perché lasciava negletti appunto i B, sono state accettate con riserva da qualcuno, per cui il pasticcio commesso da Regal, oltre a “mutare iB in C “, purtroppo ha segnato con un tocco di disarmonia il momento conclusivo di una grande festa, che in ottemperanza delle disposizioni federali, ha avuto luogo in open-space, per la gioia di mamma F.I.S.I.
Ad ogni modo, MasterMind ha già rinnovato la sua richiesta di scuse a chi non è stato soddisfatto del premio ricevuto, scuse che, stavolta, sono già state universalmente accettate senza riserve. Pace fatta punto e capo, anzi no, punto e virgola continuando, perché resta in vita l’impegno di MasterMind di rimettere ordine su targhe e coppe, impresa nella quale si è già attivato; gli ordini al fornitore sono già stati fatti.
La coppia di gare ha beneficiato, ancora una volta, del fattore K (che sta per Kulo), i nuvoloni neri e bassi dell’alba, forieri di visibilità da radar, via via che avanzava il giorno, si elevavano al di sopra dei colli più bassi, mentre tutti stavano col fiato sospeso e naso all’insù, perché, con ancora un po’ di fortuna, il culmine della Pallottieri sarebbe risultato libero dall’oscurità e ben visibile. “E vvvaaai è fatta” risuonava nella mente l’urlo liberatorio dei concorrenti al trapelare tra le nubi di qualche fascio di fotoni, mentre  ansimanti, con due paia di sci in spalla e zaino a tracolla, rimontavano il breve dislivello dal parcheggio Aremogna alla seggiovia. Ma non era solo questa la botta di K, che ancora una volta, ribaltava le più catastrofiche previsioni sulla regolare disputabilità delle due gare in programma, di cui una titolata “finale” a raddoppio di punti; l’altra botta riguardava il pappone impastrocchiato della neve alla fine del giorno precedente le gare, una giornata subtropicale che aveva costretto gli allenatori delle varie squadre dei club, a rispedire a casa gli infanti infagottati e appesantiti da zaini fuori misura, contenti questa volta pure la merenda al sacco, per precauzione anti coronavirus.
Il pappone indigeribile, ovviamente riferito alla neve non alle gustose merende ammanite dalle amorose mamme dei ragazzi, intimoriva non poco MasterMind, preoccupato di comunicare in tempo utile un eventuale annullamento; dunque MM si affrettava ad interrogare, rigorosamente via watsapp, Ciro il Grande, il quale seraficamente rispondeva che analoghe angosce aveva egli stesso trasmesso a suoi gattisti, e questi, certi del fatto loro, avevano solennemente ribattuto: "tu preoccupati del coronavirus che alla pista ci pensiamo noi!”. Parole che sembravano echeggiare quelle di Cincinnato al suo irrompere nel Senato di Roma: ”La Patria si difende con la spada e non con l’oro!”. Fantastico, come fantastico è stato l’operato dei gattisti, che beneficiando anche dell’ennesimo precipitare pomeridiano delle temperature, trasformavano quella risposta, in apparenza alquanto arrogante, in risposta plausibile, proprio come la loro abilità aveva trasformato un fondo pista impraticabile in una pista di gara indiscutibile.
Il paradosso numero quattro è stato l’annullamento della sestina di gare che l’inarrestsbile CZERO6, al volo, aveva previsto per sabato 14 e domenica 15 marzo, lo stop c’è stato, non per penuria di neve, come sarebbe stato accettabile data la stagione in corso, ma per il famigerato coronavirus che ha imposto a Governo e F.I.S.I. misure draconiane in tutta Italia e così, mestamente, mentre ci stavamo già pregustando un’altro fine settimana di gare nell’allegra compagnia di tutti gli scappati de casa del centro-sud, siamo stati costretti ad indossare la mascherina in luogo del pettorale.
La parola vada ora alle classifiche.
 
GARE 13 e 14
CATEGORIA D
I primi due gradini del podio, in entrambe le gare, sono ad appannaggio, nell’ordine, della grintosissima dello SC Posillipo, Francesca Vannucci e dellaun po’ meno grintosa saina, ma non per questo definibile ballerina, Paola Capuano; i loro tempi sono di tutto rispetto: rispettivamente 52.63 e 53.09 per Francesca, 53.72 e 54.21 per Paola. Alle loro spalle, in gara 13, Rosa Alba Loiodice dell’Aliski che fermava il cronometro su 59.94 e, in gara 14, la saina Mara Beraha, con 58,13, si conferma ormai stabilmente sotto il tempo dell’1.00.00, da lei ritenuto fino a poche settimane fa invalicabile.
 
CATEGORIA C
A volte lo sci dovrebbe prendere qualche spunto regolamentare da altri sport per accertare chi è meglio, per esempio dal tennis dovrebbe importare il tie-breack.
Andrea Ballabio del SAI Napoli e Giuliano Geli del Senigallia se le sono date a vicenda a partire da gara 1; con superiorità di Giuliano fino a gara 4, poi, da gara 5, Andrea Ballabio ha innestato l’overdrive marcando fisso 100, mentre Geli si assentava in gare 5,6,7 e 8, poi, rientro di Giuliano da gara 9, ma le beccava fino a gara 12, in gara 13, quando tutti lo ritenevano un prodotto della Findus, si scongelava per andare 5 a 4 per lui, infine il pareggio di Andrea Ballabio in gara 14; da notare che in gara 13 Giuliano stampava 48.23 mentre Andrea fermava il cronometro su 48.33, in gara 14 la situazione si capovolgeva, Andrea marcava 47.05 contro il 47. 10 di Giuliano, insomma ci sarebbe voluto proprio il tie-breack, o il ritorno di Clemente Reale per mettere forse d’accordo questi due irriducibili. In questa lotta titanica, Massimo Ferraro, pur dotato di grandi risorse atletiche, non riusciva ad inserirsi e fermava il cronometro rispettivamente su 50.18 e 48.98, confermando il bronzo in entrambe le gare.
 
CATEGORIA B
Non c’è che dire, ormai MasterMind è diventato un polo di attrazione, a dispetto del generale stop o a causa di totale assenza di neve in Appennino o del pernicioso coronavirus, a Roccaraso si è gareggiato e vi ha fatto irruzione il toscano-cortinese Leonardo Tempesti del Playlife Ponzano, il quale, in gara 13, bruciava al fotofinish, per 0,02 secondi l’incredulo Cristiano Orlandi dei Maestri Laziali, mentre Matteo Corvatta stava a guardare quei due davanti quasi appaiati e il display dei tempi lo condannava, con 47.28, ad un terzo posto che gli andava un po’ stretto. In gara 14, Leo si ripeteva (46.64) e questa volta, prese le misure sull’ingannevole Pallottieri, mollava a Cristiano 54 centesimi; scompariva dal podio Matteo Corvatta, che cedeva la terza piazza ad uno scorrevolissimo, come sempre, Giorgio Ferri del CZERO6, che per 11 centesimi non si pappava pure l’Orlandi.
 
CATEGORIA A
Leonardo Belli, in gara 13, ha fatto irruzione fra i due litiganti di sempre a nome Massimo Della Rocca e Francesco Dimitri; Leonardo, al quale va un sincero benvenuto fra noi, perché era ora che lo S. C. Le Aquile venisse a conoscere MasterMind, sorprendeva il portacolori del Senigallia, stampando un perentorio 46.92, Massimo Della Rocca  nulla poteva,  fermando il cronometro su 47.95, mentre il terzo, Sergio Amodio, del neonato ISKI360...., con una bella performance da 49.51, riusciva a salire sul terzo gradino del podio. In gara 14 si riproponeva il copione di sempre con le mazzate fra Massimo Della Rocca e Francesco Dimitri  ( Orvieto 97 ) e stavolta era Francesco a doversi arrendere, cedendo a Massimo per l’inezia di 26 centesimi. Ancora terzo, ma molto più vicino ai primi, con 48.38, Sergio Amodio si prendeva un’altra medaglia di bronzo.
 
TROFEO ITALO KÜHNE CHALLENGE A SQUADRE
È doveroso ricordare ai più giovani che questa appassionante gara nelle gare è un memorial dedicato da Fabrizio e Diana Kühne al padre Italo, arcinoto giornalista-polemista nel “Processo del lunedì “ condotto dall’ineffabile Biscardi, nonché inviato speciale in gare di Coppa del Mondo di sci ed egli stesso più volte campione del mondo di sci alpino tra i giornalisti; non finisce qui, perché, smesso il microfono si trasformava in slalomista, gigantista, discesista e talent scout; sotto la sua guida il C.U.S. Napoli (Centro Universitario Sportivo) più volte risultò primo nella classifica italiana dei centri sportivi universitari per la disciplina dello sci alpino e, sempre sotto la sua guida, i primi cittadini napoletani si presentarono agli esami di Maestro di sci superandoli con i voti migliori per lo stupore degli increduli nordici, infatti a quei tempi l’esame era a livello nazionale e non regionale. Varebbe la pena anche di ricordare le sue battute al fulmicotone, che, all’impronta, coglievano con arguzia inimitabile il lato comico della vita sportiva. Ma è ora di smettere per non offrire il destro all’accusa dei giovani rivolta ai vecchi, i quali, secondo i giovani, non ricordano, ma rimpiangono.
PRIMO, con la bellezza di 13.249 punti, il S.A.I. Napoli, che dopo un anno di interregno del cortinese S.C. 18, si è riappropriato del trofeo che, dopo la prima edizione, ad appannaggio dello storico S.C. Napoli, fu suo in tutte le edizioni successive, con il solo interregno, nel 2019, in cui prevalse appunto il 18. Un sentito grazie il SAI lo deve alla sua quota rosa, Mara Beraha, che in più di un’occasione ha contribuito con punti preziosi al risultato di squadra.
SECONDO il romano CZERO6, con il ragguardevole bottino di 11.286 punti,  capitanato dal suo primo Presidente, Roberto Giardini, ma sagacemente guidato sul campo dal tuttofare Gianni Cerasa, il quale è riuscito finalmente ad imporre disciplina di squadra al duo Ferri/D’Appollonio. Una spiegazione è d’obbligo per la qualifica di “primo” Presidente. Si sappia che nel CZERO6, tutti i 5 membri del direttivo sono Presidenti, a Roberto, primus inter pares, spetta il titolo di “PRIMO”; gli altri sono Antonio, Gianni, Angelo e Paolo, ecco spiegato l’acronimo RAGAP.
TERZO ad appena 268 punti dal secondo, lo Sci Club Senigallia, che, con soli tre alfieri, ma della caratura di Matteo Corvatta, Massimo Della Rocca e Giuliano Geli, con il classico colpo di reni, ha bruciato sul filo di lana di gara 14, lo S.C. Posillipo che gli era stato davanti per tutta la stagione.
 
CLASSIFICHE UP GRADE
Sconfessato Decoubertin, perché l’importante non è partecipare, ma è MIGLIORARSI
 
CATEGORIA C
Rino Barbato, dell’OGGI È COSÌ, vince con -28,69 punti, dunque ha mantenuto il suo risicato vantaggio di punti - 1, 08 su Carlo Conti, il quale, partendo da un punteggio di lista base più basso, nonostante un’ottima stagione, aveva un considerevole handicap da superare per stare davanti a Rino Barbato, il quale Rino è da ritenere comunque meritevolissimo per essersi migliorato di ben 28,69 punti, il che gli consentirebbe, in una gara partecipata ad altissimo livello, di stare nel pacchetto dei 30 punti e quindi di pescare nel sorteggio un numero di partenza migliore di chi praticamente lo precede di un gruppo di merito. Terzo Giuliano Geli del Senigallia, che si migliora di ben 19,32 punti. A Giuliano, che deve “accontentarsi” del gradino più basso del podio, resta l’imperdibile soddisfazione di aver abbattuto il muro dei 25 punti F.I.S.I.; il suo punteggio di lista base è già stato ribassato a 24,77 punti; se ci fossero ancora le categorie militerebbe in prima categoria, scusate se è poco!
 
CATEGORIA B
Stefano Berruti rovescia il tavolo e sbanca con il suo -141,7; con pochi punti in meno lo segue Raffaele Fiocca con -120,8, dal quale però ci si attendeva il colpo di reni al fotofinish di gara 14; più indietro Gabriele Imparato, che comunque abbassa di ben 69,20 punti il suo punteggio di inizio stagione. Rispetto al punteggio di inizio stagione il colpaccio resta però quello di Stefano Berruti.
 
CATEGORIA A
0,49 punti dividono il primo, Sergio Amodio dell’ISKI 360 (- 13,77) dal secondo,  Carlo Langella (- 13,28) al quale non è riuscita la remontada in zona Cesarini, si starà mangiando le mani, perché, avendo gareggiato bene in questo 2020, aveva le carte in regola per ritoccare di ancora mezzo punto il suo punteggio di inizio stagione. Sergio Amodio esultava sul primo gradino del podio per quell’inezia di -0,49 che gli faceva conservare il primato. Ad onor di cronaca avrebbe vinto la new entry Cesare Naldi, ma per l’incumulabilità dei premi ed avendo Cesare optato per la Coppa over 200, si spiega l’esultanza di Sergio Amodio sul podio.
 
 
CLASSIFICHE OVER
 
C. OVER 150 PUNTI F.I.S.I.
Romolo Parenti surclassa tutti dall’alto dei suoi 321 punti; dietro di lui, a rispettosa distanza, la coppia di inseparabili Sergio Pizzi ( punti 266) e Stefano Simonetti, che con i suoi 228, punti completa il terzetto al di sopra dei 200 punti (Non di lista base ma di tabella punti coppa del mondo).
 
B OVER 150 PUNTI F.I.S.I.
In questo caso anche si presenta uno schema analogo alla categoria C, con il romano Giovanni Pediconi, in prestito al SAI Napoli, che svetta a 279 punti, seguito a distanza da una coppia, non di inseparabili alla Pizzi-Simonetti, ma che si sono sfidati all’ultimo punto, nelle persone di Valerio Romano Junior ( punti 195) e Gaetano Ferraro ( punti 184).
 
A OVER 200 PUNTI F.I.S.I.
Sarebbe riduttivo, in questo caso, paragonare il risultato eclatante della new entry Cesare Naldi alle precedenti classifiche; Cesare infatti, con i suoi 305  punti, surclassa gli inseguitori, Giuseppe Di Costanzo, che non varca la barriera dei duecento, avendone acquisiti 174 e Gianluca  De Paulis , fermo a 72 punti.  
 
 
CLASSIFICHE GENERALI INDIVIDUALI
 
CATEGORIA D9
Micaela Falco, senza avversarie che possano impensierirla, vince a mani basse con 200 punti. A Mika, vittima di un brutto incidente in campo libero nel giorno successivo alla finale, vanno i più sinceri auguri di ritrovarla al cancelletto l’anno prossimo più forte di prima.
CATEGORIA D7
Vicky de Dalmases vince collezionando 100 punticini, anche per lei non ci sono state avversarie capaci di impensierirla e, per fortuna, non anche per lei c’è stato l’incidente del giorno dopo.
CATEGORIA D 7
Non muta la precedente classifica, Paola Capuano, macchina da punti, già da gara 1 in testa, assomma il massimo consentito di 1100 punti e stravince davanti alla toscana Danda Andreini (punti 340) e Rosa Alba Loiodice Distanziata di 100 punti dalla Danda. Purtroppo anche per Paoletta si deve registrare l’infortunio del giorno dopo, in gara però; anche a lei vanno gli auguri più affettuosi di MasterMind per una pronta guarigione.
CATEGORIA D5
Silvia Rossato, con 320 punti,  si fa un baffo di Fanfani, non Amintore, ma Sabrina dal dolce nome, che resta ferma a 200 punti e della Lucia Pucci accreditata di 160 punti. 
CAREGORIA D4
È il tritasassi a nome Francesca Vannucci, che a causa di uno zero in gara 3, non fa il pieno ( punti 1000 e non 1100), Marina Di Loreto, tutte le volte che è scesa in campo si è vista davanti la Vannucci, assommando alla fine 480 punti; terza la pericolosa ma troppo assente avvocatessa romana Virginia Garrafa, autrice di due centri nelle due sole gare cui ha partecipato.
CATEGORIA D3
Mara Beraha, neonata agonisticamente, ma dall’aggressività di consumata campionessa, è capace di prendersi il massimo dei 1100 punti consentiti, lasciandosi dietro, a 260 punti,  Livia Mariano. A Mara va dato anche atto di aver contribuito in modo significativo al primo posto del suo SAI nella classifica a  squadre.
CATEGORIA D2
Giulia Mancini, se si fosse trattato di una competizione alla distanza e non a punti, avrebbe doppiato la sua avversaria Giuseppina Franchi; 400 a 200 per la prima,
CATEGORIA D1
Premiata la caparbietà di Sabrina Donati, che dopo qualche difficoltà dovuta all’inesperienza, è stata capace di accaparrarsi  la bellezza di 800 punti e di vincere, con un vantaggio, anche lei da doppiaggio ( 800 a 400) su Francesca Caruso, mentre la terza, Federica Marzoli, con 200 punti, risultava a sua volta doppiata dalla Caruso.
CATEGORIA C11
In solitaria, Renzo Cortesi, con il pieno nelle ultime quattro gare, si aggiudica il primo gradino del podio.
CATEGORIA C10
Il sempre autoriparabile Gianfredo Puca non ha mancato un colpo ed ha totalizzato il massimo totalizzabile di 1100 punti, ma Sergio Pizzi è stato sempre incollato alle sue disastrate costole per tutta la stagione ed ha chiuso secondo a 900 rispettabilissimi punti; terzo, con qualche assenza di troppo, l’arbiter elegantiarum, Nino Rajola a punti 600.
CATEGORIA C9
Giuseppe Fiordiliso ha scalato il massimo gradino del podio, ma non ha assommato il massimo dei 1100 punti disponibili, avendo chiuso a quota 1060; Stefano Simonetti lo ha contrastato gara su gara, ma si è dovuto fermare a quota 760, anche per le improvvisate di Paolo Del Fico, che gli ha soffiato punti preziosi e si è piazzato terzo con 500 punti all’attivo.
CATEGORIA C8
Dopo gara 12, ci si chiedeva chi, tra Valerio Romano e Lucio Lamberti, entrambi acciaccati, sarebbe stato l’Enrico Toti in grado di lanciare la stampella oltre il traguardo, essendo, fino a quel momento, entrambi in predicato per la vittoria. A vincere ce l’ha fatta Valerio Romano, ma, dal retro, Mauriziaccio Paris, sentendo odore di possibile vittoria e dimenticando il suo scarso gradimento per Roccaraso, è apparso a sorpresa, giusto in tempo per incrementare il suo esiguo vantaggio su Lucio Lamberti e confermarsi secondo a 710, mentre il permanente assente Lucio, ancora acciaccato, restava terzo a 400 punti.
CATEGORIA C7
Il primo e secondo di questa categoria, nella loro sfida privata, che, mancando il tie breack, li ha visti pareggiare 6 a 6, risultano essere rispettivamente Andrea Ballabio e Giuliano Geli; la rivalità con Giuliano ha però impedito ad Andrea (1080 punti) di fare il pieno dei 1100 punti disponibili mentre Giuliano ne accumulava 900; buon terzo a 620 punti e con qualche risultato notevole,  Massimo Ferraro. 
CATEGORIA B6
Giulio Nuti, neo promotore MasterMind, per continuità e qualità di rendimento ha strameritato il titolo di migliore della categoria, ciò è confermato dal pieno dei 1100 punti disponibili che ha fatto suo. Alle sue spalle un Ferraro Gaetano, capace di grandi progressi tecnici in quest’ultimo anno e quindi pure lui con pieno merito, ha accumulato i suoi 780 punti; terzo Raffaele Fiocca,  che va apprezzato per la sua continuità di partecipazione, che gli ha fruttato 597 punti.
CAREGORIA B5
Al vincitore in questa categoria, il Maestro Laziale e ottimo Cristiano Orlandi, è stato negato l’en plain e quindi, per soli 40 punti, il tetto dei 1100 punti gli è sfuggito; sulla sua strada ha trovato nelle prime quattro gare Emanuele Reale, poi assente nelle gare successive, privandoci di una bella lotta con Cristiano nel momento in cui questi, a corto di preparazione ad inizio stagione, sarebbe entrato in palla. Secondo posto (820 punti), meritatissimo per Gianluca Di Cicco, sempre a podio in tutte le gare cui ha partecipato, capace di coniugare tecnica ed aggressività. Terzo Giorgione Ferri (720 punti), lui invece punta prevalentemente su aggressività e scorrevolezza, insomma si “mena o si votta “, come si diceva Napoli. 
CATEGORIA B4
L’Ingegner-allenator Corvatta si è preso il primo gradino sul podio, purtroppo non è riuscito a fare il pieno di punti, perché, a sorpresa, si è presentato al cancelletto delle gare del 7/3 Leonardo Tempesti, suo collega allenatore, che si è cuccato l’intero bottino dei 300 punti in palio; probabilmente Matteo,che fino alla giornata conclusiva del circuito, aveva sempre vinto a mani basse e quindi tarato su un ritmo di gara diverso, ha sottovalutato il ritmo dell’avversario, essendo stato colto di sorpresa da quella inedita partecipazione. Secondo la new entry nel circuito ed in MasterMind, Giovanni Pediconi, romano in prestito al SAI Napoli, capace di fare un colpo, al suo primo anno, di 670 punti. Al terzo posto, subito a ridosso di Giovanni e, durante tutto il circuito, in bilico con lui, fra il secondo è il terzo gradino del podio, Adolfo Aloschi con 610 punti.
CATEGORIA A3
Colpo su colpo, durante tutto il circuito, fra Massimo Della Rocca e Francesco Dimitri; ha prevalso L’Aquilotto per 1020 a 960 punti; anche in questo caso, il sostanziale equilibrio di forza ha impedito a Della Rocca di fare il pieno di punti. Con un ragguardevole bottino di 700 punti, grazie alla sua notevole continuità di rendimento e di meticoloso lavoro di rifinitura tecnica curata da Matteo Corvatta, al terzo posto si è issato Riccardo Sanges.
CATEGORIA A2
Sergio Amodio ha vinto , ma purtroppo per lui, ha mancato il pieno per 60 punti; anche in questa categoria, il sostanziale equilibrio del primo e del secondo, Carlo Langella (980 punti) ha precluso al primo la soddisfazione del l’en plain. Un bravo anche a Matteo Menduni, terzo, a 740 punti grazie a notevoli progressi tecnici per la cura di Matteo Corvatta, ma ha pagato dazio per assenze.
CATEGORIA A1
Gli A1, si sa, sono pochi e discontinui, la loro fascia di età coincide in quella dell’inserimento nel mondo del lavoro, che spesso, a sua volta, coincide con la fondazione di una nuova famiglia. Applausi dunque ai giovani Nicola Del Principe, primo con 400 punti, Alexander Beever con 240 punti, Matteo Garofani con 200 punti. Non si sa che cosa augurare loro, se continuare così anche l’anno prossimo, oppure andare ad ingrossare le fila di tutti gli scappati de casa appresso a Gianni Cerasa.
 
non-ci-resta-che-piangere-GIF-2Mai come quest’anno siamo tutti tristi e sconsolati per l’anticipata e forzosa chiusura di stagione, non sembra possibile che solo pochi giorni fa stavano tutti insieme, a fine pista, a festeggiare i vincitori, a ridere e scherzare nel clima di vera e solida amicizia che si è creata con il circuito MasterMind, grazie anche alla proficua sinergia che si è sviluppata con il club CZERO6, rivelatasi la realtà più interessante di questa stagione 2019-2020.
Ora ce ne stiamo rintanati a casa in un clima da coprifuoco, con i guanti di lattice, avendo smesso i guantoni protettivi da sci e con la mascherina che ci fa assomigliare a chirurghi all’opera o forse ad operai al tornio o forse ancora ad operatori ecologici. La scarsissima neve marzaiola è evaporata ai primi tepori di primavera, impianti chiusi, per non parlare della cappa di silenzio opprimente che è calata sulle nostre teste in queste città spettrali e così, pur di tenerci in contatto, ci siamo rifugiati negli smart phone, pur di rivivere, almeno nel virtuale della chat, le emozionanti esperienze condivise nel recente passato, ma nel presente, nel reale, che cosa condividiamo?
Ora “NON CI RESTA CHE PIANGERE “. Ovviamente lo si dice per sdrammatizzare,  citando il Maestro delle ironie sulle vicende umane più tristi, perché nell’ironia sta la salvezza dell’uomo e, ironizzando, facciamoci un tuffo corroborante nella prossima stagione, testiamo gli sci che useremo il prossimo anno, ordiniamo scioline che ci spingeranno a palla, concordiamo con i nostri allenatori le uscite di allenamento e poi immaginiamoci sempre sul più alto gradino dei podi, sorridenti a sbeffeggiare ironicamente, dall’alto in basso, i nostri avversari di sempre.