PutzeTeam Vs MasterMind: 1 a 2, no 3 a 0!!!

PutzerMaind
Ballabio c'è, parlo di Andrea, perché Marco, purtroppo, latita ancora. Piz Sella 3 gennaio 2018, un allenamento cronometrato dei nostri gemellati del PutzerTeam si è trasformato in un derby Sud Tirolo versus MasterMind, alla faccia del fair play da gemellaggio. Posto che i gradini del podio sono tre, assegnando un punto per ogni gradino occupato, se ne ricava l'1 a 2 ai danni del PutzerTeam, benvero con Veneziani ascritto a noi, benché border line tra noi e i Putzer e con una regola pro domo nostra, infatti non si è mai visto che il primo, il secondo è il terzo gradino hanno la stessa valenza; ma tant'è, prendetela come una licenza poetica  di chi è costretto a scrivere e riscrivere i regolamenti per far divertire i MasterMind, boys and girls; anche questo appellativo prendetelo come una mia licenza poetica.
 
Ore 8,00 Raimund Plankner, l'allenatore extra lusso dei nostri gemellati, si imbarca con tutto l'armamentario di pali e cronometraggio sulla funivia di Piz Sella, in anteprima della prima corsa; il suo sguardo è di quelli che la fanno per routin, non se la tira, in cabina sibila un paio di dritte al suocero Karl Messner, poi amabili considerazioni con meno augusti colleghi e via dalla cabina a tracciare. Giornata perfetta, sole, addirittura fa un po' caldo. I PutzerTeam cominciano a girare e fanno spiccare i primi raffronti cronometrici, Andrea, invece, scende in campo direttamente nella terza manche e, come chi ci sa fare fa, spara subito il suo migliore tempo, un 32,74 a 1"e 04 da Hubert Baumgartner, il quale, da novello Hamilton, fa un solo giro, fa la pole e gli altri li lascia annichiliti.
Cesare Veneziani, sinceramente  felice di aver ritrovato in palla Andrea a dispetto di un crociato rifatto in aprile, si attesta, nella sua migliore performance, a 55 centesimi dalla migliore di Andrea; a seguire nomi altisonanti, quali Messner, Raffeiner, Rottensteiner e così via, tra cui fa spicco Federico Pasquali, spauracchio nei campionati professionali. Avete presente un caracal? Il felino dell'Africa equatoriale, predatore di grossi volatili e perciò capace di salti di quattro metri per agguantarli al volo?  Bene, il "giovane" Baumgartner mi è apparso così, agilità e potenza felina  al servizio di due sci, metafora di una lama di precisione che taglia senza sbavature, non un movimento di troppo, compatto nella sua struttura brevilinea, capace di sviluppare velocità ad ogni passaggio di porta. I nostri, però, pur pagando dazio, non solo in termini di età, non hanno mostrato complessi di inferiorità. Un buon auspicio insomma.
Oggi 5 gennaio, a Carezza,  al PutzerTeam si è aggiunto Clemente Reale in vista dell'overture sud tirolese, sulla classicissima Paolina. Clemente, reduce da uno splendido secondo posto a Cortina, a ridosso di quella libellula del fratello Emanuele, si è andato a rifilare le lamine a Carezza.
In evidenza anche Valerio Romano, interprete di un garone a Cortina, secondo della sua categoria a 1" e 1 decimo dalle code di Fabiano REBECCHINI, scusate se è poco, davanti, però, a Mario Chiz(zolini), a Giorgio Boschi, a Nanni Colbacch(ini).
Ultimissima, a "rotative" ormai ferme, perviene un'agenzia direttamente dalla Paolina di Carezza. Perentorio responso cronometrico nella gara vera, PutzerTeam batte MasterMind 3 a ZERO. Più che degnamente rilevato il rientrato Andrea Ballabio da Clemente Reale, stavolta non ce ne è per  nessuno, i MasterMind fuori da tutti i gradini del podio. Hubert Baumgartner è stao il migliore davanti a Karl Messner e Friedel Raffeiner, come dire che quando il gioco si fa duro, i duri giocano. Il risultato shock, che riscrive la narrazione della "gara del giorno prima", impegna, però, i gemellati del PutzerTeam a concederci una cavalleresca rivincita a casa nostra e sulle nostre tenere nevi; li aspettiamo a Filippi, rectius nel long week end di Coppa Italia dal 17 al 19 febbraio tra Roccaraso e Campo Felice.
 
In Gardena è stato avvistato in allenamento anche Massimo Ferraro, riconosciuto, benché protetto dagli sguardi indiscreti da un vistoso foulard.
Quest'anno, grazie alle provvidenziali nevicate e ancor più alle cannonate di neve programmata, anche i MasterMind rimasti a Roccaraso hanno trovato modo di sfangare un più che decente allenamento natalizio, gestito, per la prima volta, dall'ottimo Progetto Neve di Andrea Buffardi. Lucio Lamberti, Paola Capuano, Simone Finamore, Eugenio Carità, Gian Luca Di Cicco hanno avuto modo di inanellare un discreto numero di giri in gigante variando piste e tracciati, nonché di confrontarsi, a rispettosa distanza, con Alvise Zanardi e Francesco Acquaviva, presenti pure loro all'appello di Progetto Neve.  Andrea Ballabio ha perfino anticipato il rientro dalla Gardena per aver modo di riassaggiare le nevi di casa con quelli del Progetto Neve, e perché no, per dare anche una sbirciatina ai più giovani Alvise, Francesco e Gialuca Di Cicco, con cui c'è sempre e comunque battaglia in corso.
Insomma sono tutti ai blocchi, pronti a catapultarsi il 13 gennaio al via della prima del circuito, purtroppo mancano notizie dei cosentini, mentre, della colonna romana, si sa soltanto che Di Cicco, non pago di quanto fatto con Progetto Neve, sarà sulla Pallottieri mercoledi' 10 a rifinire la preparazione; Alessandro Falez, forse per passione autentica, o forse per compiacere la Santa moglie, ha fatto invece rotta per mari tropicali, per cui non si sa dove andrà a recuperare il tempo perduto,  ovvero se si presenterà all'appuntamento del 13 gennaio, vergine di pali.
Grande assente, convitato di pietra, inanellato, non nei giri di un gigante, ma in un collare per le cervicali, c'è l'uomo che mi fa essere un Inca. E già, perché quest'anno, grazie a lui, avevamo le credenziali giuste per portarci a casa la coppa del mondo di una categoria master, invece quello che fa? Di buon mattino, sfidando l'ingannevole gioco di luce/ombra, con una caviglia sciarmata per uno scivolone, inforca un paio di sci da super G e, siccome sul Cristallo la pendenza è scarsa, si cala giù per l'argine scosceso di un affluente del Boite alla ricerca della velocità, col risultato di andarsi a schiantare sul  greto gelato del torrente, sfiorando spuntoni di roccia dolomia, che gli hanno ridotto il casco in briciole, schiacciato tre vertebre, spezzato, ma poco importa perché quella non si è mai aggiustata per davvero, la clavicola, e, per finire, rotto tre costole. Alla mia domanda: "Ma ce l'hai una strategia riabilitativa che non sia quella di toglierti bende e collare e ributtarti tra i pali?" La sua risposta la taccio e taccio pure l'altra risposta all'altra mia domanda e cioè: "Ma perché non ti sei messo il guscio?" Meglio stendere un velo pietoso piuttosto che riferire la risposta. La ricostruzione è veritiera, è solo condita con un po' di sana ironia, giacché si sa che una sana ironia può valere più di tanti sussieguosi sermoni. Si vede che il Nostro ha preso alla lettera questa analisi catastrofista: "Lo sci agonistico e' un catalogo di riparazioni di viventi, ultra corpi spezzati e rattoppati, suono di piastre, chiodi e viti, una rumorosa ferramenta".
Ma voi altri lasciate perdere, ci vediamo il 13 gennaio.