LA BELLEZZA DI UN PASSO E DI UN MEZZO PASSO INDIETRO

 
Tango
Roccaraso ore 19 del 24 febbraio, di una primavera che sembra arrivata con un mese di anticipo, dopo una mattinata di caldo sole e di vento più caldo ancora, si scatenava il putiferio di acqua mista a......... neve, NO! mista a sabbia fangosa del deserto libico. Già in mattinata il sole e il forte vento avevano compromesso l'andamento dell'allenamento programmato, trasformatosi in una gara di sopravvivenza tra una buca e l'altra del tracciato, allestito dall'indomito tracciatore-allenatore, Carmine Pierro, gentilmente prestatosi ad estemporanea supplenza, per assenza giustificata, di Daniele Di Santo.
A quel punto bisognava assumere la fatale decisione. Gli organizzatori, come del resto gli animi degli atleti, erano amichevolmente scissi sul da farsi: Antonio Barulli (S.C. 3PUNTO 3), su indicazione del fratello Andrea, noto allenatore formatosi, come atleta, alla scuola di Roman Erlacher, era per un conservativo quanto coraggioso passo indietro, mentre Massimo Gargano, allenatore e volano trainante dello S.C. Bari, era possibilista e rimetteva ogni responso al sopraggiungente Oracolo, Ciro.
Nella sede della Pro Wolf, sala vociante, in trepidante attesa, faceva il suo ingresso, più taciturno del solito, l'Oracolo Sertorelli, per emettere il suo responso, che, al contrario di quelli della Sibilla Cumana, risultava di chiarezza lapidaria in salsa sovietica: NIET. Saggio e coraggioso NIET aggiungo io.
 
Punto e a capo, cambio di scena e di data, Campo Felice, 26 febbraio della stessa primavera, ore 8,45, dopo lo straziante annullamento subito da Maurizio Paris il giorno prima, per pari impraticabilità di campo della gara inter-cral, sotto un sole dardeggiante, che già a quell'ora aveva ridotto a impastato pastrocchio il "muro" a ridosso del dente della Sagittario, si appalesava lo stesso dilemma roccolano di due giorni prima. Responso, questa volta di Gennaro, mezzo passo indietro, ci abbassiamo, si parte dal dente e non dall'alto, sia per ridurre la velocità di ingresso nel pantano del muro, sia per scongiurare il problema del repentino adattamento ad un drammatico cambio di neve, cui comunque si decideva di ovviare con abbondante spargimento di urea.
Coraggiosa e saggia decisione anche questa, non c'è alcun dubbio, l'unico interrogativo, che tuttora mi risulta irrisolto è che vorrei sapere da dove escono questi improbabili nomi, Ciro e Gennaro, per gente di montagna, che, attingendo dalle varie attitudini sensoriali, deve decidere se una pista di sci alpino è idonea o no a diventare campo di gara. Secondo me, in realtà, si chiamano Egidio (il valtellinese) e Nestore (l'abruzzese), i nomi originari, però, se li sono dovuti cambiare per esigenze di adattamento ai copioni delle situazioni locali.
 
Comunque sia, ecco a voi le mie note sui crudeli o esaltanti, a seconda dei casi, responsi cronometrici. Mi smentisco subito, perché preliminarmente voglio ribadire che continuerò ad indicare le gare del circuito MM con il numero appropriato secondo la progressione numerica unitaria e non già secondo l'originaria numerazione secondo "calendario gare", ormai completamente stravolto da annullamenti e rinvii.
Dunque GARA 7. In Gruppo D si imponeva l' Avv.ssa Virginia Garraffa del Club Avvocati romani, divenuta ormai gallina dalle uova d'oro del patron del club capitolino, Avv. Fabio Gullotta. Alle spalle della "paglietta" romana (a Napoli, nell'800, così erano soprannominati gli avvocati, dal copri capo che indossavano dal 19 marzo a seguire) si piazzava, a 1 secondo e quindici, Elisabetta Mazzolli dello S.C. Spoleto e terza, con un onorevolissimo 46,97, a completare il podio, la sorridente ma coriacea Paola Capuano del SAI Napoli.
Nel gruppo C, si imponeva, ancora una volta, Antonino Bartolomeo, dell'Aliski, che alle sue spalle, a soli 40 centesimi, si lasciava il coequiper Giovanni Cipolloni, mentre sul terzo gradino del podio, a difendere l'onore di Napoli, montava Massimo Ferraro dello S.C. Napoli per l'appunto.
In gruppo B, uno scatenato dell' Aliski, Cristiano Orlandi, fermava il cronometro su 41,11, contro il quale nulla poteva il pur combattivo alfiere del Onerace, Cesare Veneziani, che fermava il tempo a 42,78; terzo il resuscitante, finalmente, Gian Luca Di Cicco dell' Aliski, cui, a detta di taluni, ha fatto meglio la cura di Giancarlo Vittuoni del cybex del fisioterapista.
Tra gli A, lotta serrata a botta di centesimi per i primi tre posti sul podio, tutti e tre i pretendenti racchiusi nello stesso quarantaduesimo secondo di gara; uno solo si imponeva, però, Leonardo Belli dell'Orselloleaquile con 49 centesimi più dei 42 secondi, davanti a Marcello Manilla dello S.C. Gran Sasso a più 0,19 e a Pierangello Nanni dell'Aliski a più 0,44.
 
In gara 8, tra gli A stessa gara al coltello, questa volta in quattro nello stesso quarantaquattresimo secondo di gara, solo che stavolta, Pierangelo Nanni veniva scalzato dal podio, Marcello Manilla veniva fatto accomodare un gradino più in basso, perché al secondo posto balzava Francesco Dimitri dello S. C. Viterbo 97; è sempre primo, implacabilmente, ancora lui, Leonardo Belli di un Club, l'Orselloleaquile, che la scritturazione automatica del mio i phone si rifiuta di trascrivere.
Nei B, Cristiano Orlandi e Cesare Veneziani restavano incollati, rispettivamente, ai primi due gradini del podio, il primo, a differenza dei più che peggioravano vistosamente, spiccava a sorpresa quasi lo stesso tempo di gara 7; il Veneziani risultava di nuovo davanti all'amico-rivale, Andrea Ballabio, il saino, infatti, parzialmente ritrovatosi in gara 8, figurava terzo, a soli 15 centesimi da Cesare, ma lungi dall'essere pienamente soddisfatto, si interrogava perplesso sull'incomprensibile scarto tra il rendimento di quest'anno e quello dello scorso anno, in cui combinava sfracelli in mezza Italia.
Nel Gruppo C si ripeteva, ormai ha assunto una posizione di monopolio, l'avezzanese Antonino Bartolomeo dell'Aliski, che stavolta spingeva a più rispettosa distanza (0,95 secondi) il concittadino e consocio Giovanni Cipolloni, attestatosi ormai su alti rendimenti; non all'altezza delle aspettative e forse in giornata no (uscita in gara 7 ed erroraccio alla terza porta in gara 8) il porta-colori dello S.C. 18, Valerio Romano, assisosi su uno scomodo (almeno per lui) terzo scranno del podio.
Tra le D si ripeteva il duo Garraffa e Mazzolli ai primi due posti nell'ordine, mentre al terzo Elena Matronola irrompeva letteralmente: partenza a catapulta, lei fuori dal cancelletto, sci sinistro, al di qua, per colpa forse del colpo di reni. Ad Elena ultimamente capita di tutto, mancate iscrizioni, partenze esagerate.... Le auguriamo di reinquadrarsi un po', non troverà sempre giudici benevoli a consentirle di ripartire!
Della coppia di gare di Campo Felice, il vero boccone succulento, che voglio propinare come dessert, è stata la riapparizione allo start, dopo un'assenza troppo lunga, di Marco Ballabio, il dominatore per lunghi anni delle gare Master nostrane e tra i protagonisti, senza alcun dubbio, delle Master ai più alti livelli. Il rientro di Balla si è rivelato incoraggiante, Marco, infatti, è finito in tutte e due le gare attaccato al fratello maggiore, distanziato una volta di appena 11 centesimi e un' altra volta di 56, risultati onorevoli, considerato anche che la sua preparazione non è affatto ai massimi e che, a parer mio, ha osato mettendosi ai piedi uno sci non proprio adattissimo ne' alle condizioni di pista ne' a quelle sue personali. Comunque sia, a Marco va il caloroso benvenuto di MasterMind, con l'invito, per il futuro, a rifrequentare spesso il nostro divertente Circo Bianco e a trascurare, senza se e senza ma, quello sport opaco, il golf, a cui dà qualche anno si è dedicato.